Nasce PescAgri Emilia-Romagna

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PESCAGRI- CIA- AGRICOLTORI ITALIANI

DELL’EMILIA ROMAGNA

 

COMUNICATO STAMPA

 

Nasce Pescagri, associazione di pescatori dell’Adriatico

e delle valli del Delta

 

Il settore in Emilia Romagna può contare su oltre 580 imbarcazioni e delle sole aree del Delta Po l’allevamento di vongole impegna più di 1500 pescatori e oltre 60 cooperative

 

Cristiano Fini, presidente Cia Emilia Romagna: “È una sfida per rilanciare il comparto della pesca e dell’acquacoltura, oltre la pandemia e sul filone della transizione green’

 

COMACCHIO,(Ferrara) 5 giugno 2021 - Sviluppo, valorizzazione, la tutela di pesca e acquacoltura: sono le finalità per cui è stata costituita Pescagri Emilia Romagna, la neonata associazione di pescatori di Cia Agricoltori Italiani che è stata presentata ufficialmente a Comacchio il 5 giugno scorso. Un debutto che è avvenuto all’interno della Manifattura dei Marinati e a cui hanno partecipato, tra gli altri, Marilena Fusco, direttrice di Pescagri nazionale, Alessio Mammi, assessore Agricoltura caccia e pesca Regione Emilia Romagna e Pier Salvador, presidenza di Api (Associazione Piccole Medie Industrie).

Dopo i saluti del sindaco di Comacchio Pierluigi Negri, la direttrice nazionale di Pescagri ha spiegato gli obiettivi primari dell’associazione. “Pescagri nasce per valorizzare pesca e acquacoltura, ma anche per d’informare formare gli operatori del settore, che lamentano la mancanza d’informazioni sul comparto. Anche questa è un’importante forma di valorizzazione e tutela. Un obiettivo che va anche verso i consumatori che devono ricevere informazioni adeguate su tracciabilità ed etichettatura.”

A seguire è intervenuto il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni che ha presentato Pescagri come “Un’alleanza “storica” tra agricoltura e pesca per tutelare assieme i produttori, la prima a livello nazionale. La pesca naturalmente, così come l’agricoltura, devono essere sostenibili dal punto di vista ambientale ma anche economico perché le famiglie del settore devono avere un reddito dignitoso e anche attraverso Pescagri vogliamo dare più garanzie in questo senso. Viviamo in un contesto in cui i consumatori ci chiedono di più, e noi siamo disposti a farlo ma anche chi va a comprare nei supermercati deve sostenerci: smettendo di acquistare i prodotti agricoli e della pesca “sottocosto”. Anche in questo modo potremo dare un futuro a un settore che è asse portante della nostra economia territoriale”.

 

L’assessore regionale Alessio Mammi ha ribadito l’importanza di: “Sostenere pesca e vallicoltura come attività strategiche della nostra regione. Cia riesce a fare rappresentanza con professionalità e competenza e lo sta facendo anche con i pescatori. Sono contento che sia nata Pescagri perché non saremmo l’Emilia-Romagna se facessimo a meno della cultura della pesca e delle sue tradizioni, sulle quali vivono imprese attive che rappresentano posti di lavoro, quindi un settore rilevantissimo per agganciare la sfida come Paese in Europa nel mondo, anche per soddisfare la richiesta di cibo. Per questo la nostra Regione sosterrà pesca e acquacoltura per conciliare produttività e sostenibilità, due facce della stessa medaglia.

In chiusura è intervenuto il presidente di Cia Emilia Romagna Cristiano Fini ha detto: “Pescagri è una sfida per rilanciare il comparto della pesca e dell’acquacoltura, oltre la pandemia e sul filone della transizione green Ue. Pescagri-Cia Emilia Romagna non è un semplice sportello per intercettare i bisogni e le necessità dei pescatori e degli imprenditori del comparto, ma un punto di riferimento per le politiche di valorizzazione e crescita, a tutela di oltre 580 unità produttive censite su base regionale. Il ruolo dell’associazione si rafforza con la nascita di declinazioni regionali dove le marinerei sono concreto volano di crescita. Diamo voce alle istanze di chi crede e investe nella diversificazione e nella multifunzionalità. Facciamo appello alle istituzioni perché le risorse importanti, anche per il settore della pesca e dell’acquacoltura, vengano incanalate sulle reali esigenze delle imprese, degli allevatori e dei pescatori”.

 

 

La pesca e la venericoltura in Emilia Romagna

 

Solo nella Sacca di Goro, nel ferrarese operano sessanta cooperative che riuniscono oltre 1200 pescatori, mentre altri 350 pescano a Comacchio. Nel forlivese il settore si compone di 88 imprese attive mentre a Rimini le aziende sono 193   che nel 2020 hanno commercializzato 16.668 quintali di prodotto. In provincia di Ravenna, invece, ci sono 131 imprese attive impegnate in acquacoltura marina, pesca in acqua marina e lagunare. Sono 584 le imbarcazioni in Emilia Romagna che effettuano i diversi sistemi di pesca in mare (Fonte: elaborazione dell'Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell'Acquacoltura su dati Fleet Register dell'EU) con eccellenze produttive in tutta la costa, a partire dalle aree vallive del Delta del Po dove la mitilicoltura è una eccellenza.

 

Le vongole

La produzione di vongole e dominata dalla Cina, cui si deve il 98 % dell’offerta mondiale. Altri importanti produttori sono l’Unione europea e la Corea. Nell’Ue l’Italia e di gran lunga il principale paese produttore di vongole prima di Portogallo, Francia e Spagna. In Italia l’attivita della venericoltura si svolge interamente nelle

lagune dell’Adriatico nordorientale e nel delta del fiume Po

 

Vongola di Goro: un’eccellenza unica in Italia

 

La produzione della vongola inizia come una qualsiasi altra attività agricola: con la semina. Negli ultimi 4-5 anni è proprio il seme naturale a mancare. L’Emilia Romagna e il Veneto rappresentano circa il 50% della produzione nazionale. Seguono Friuli Venezia Giulia (13%), Puglia (9%) e Lombardia (4%).

 

Le anguille

Nel Dopoguerra le Valli di Comacchio avevano un’estensione di 30mila ettari e si producevano circa 15mila quintali di anguille. Poi le bonifiche, in particolare quella del Mezzano, hanno progressivamente ridotto gli ettari utili alla pesca e all’acquacoltura, che oggi sono appena 12.000.

 

La flotta

Sono 584 le imbarcazioni in Emilia Romagna che effettuano i diversi sistemi di pesca in mare (Fonte: elaborazione dell'Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell'Acquacoltura su dati Fleet Register dell'EU)

 

Gli operatori

Solo nella Sacca di Goro, nel ferrarese operano sessanta cooperative che riuniscono oltre 1200 pescatori, mentre altri 350 pescano a Comacchio. Nel forlivese il settore si compone di 88 imprese attive mentre a Rimini le aziende sono 193   che nel 2020 hanno commercializzato 16.668 quintali di prodotto. In provincia di Ravenna, invece, ci sono 131 imprese attive impegnate in acquacoltura marina, pesca in acqua marina e lagunare.

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