PESCA: CIA, a natale Impennata prezzi pesce (+25%) con aumento consumi e rincari energetici
“il
pesce non puo’ mancare nelle tavole per il menu di vigilia, malgrado i rincari
(+25% in media rispetto all’anno scorso) che hanno colpito tutto il settore
ittico, che riesce a fatica a soddisfare la domanda degli italiani, segnalata
da cia-agricoltori italiani in forte ascesa rispetto al natale passato. a
incidere sul prezzo anche gli aumenti delle materie prime che colpiscono tutta
la filiera, da trasporti e logistica fino al packaging e alle cassette di
imballaggio per il pesce. sulle tavole di 8 italiani su 10 la sera del 24
sara’, dunque – nonostante i prezzi – un tripudio di pesci di mare e di acqua
dolce, pescati o allevati, con ricette locali all’insegna della tradizione.
secondo cia-agricoltori italiani, la scelta di prodotto ittico locale
rappresenta sempre la migliore strategia per il consumatore. il pescato a
‘filiera corta’ subisce, infatti, in misura minore il rincaro dei costi
energetici e offre garanzia di maggiore qualita’, col rispetto di elevati
standard di sicurezza e tutela ambientale”, rende noto un comunicato stampa
della cia-agricoltori italiani. “per circa 17 milioni di famiglie la scelta del
menu’ di pesce sara’ orientata alle ricette della tradizione, che variano
sensibilmente da nord a sud italia. capisaldi del consumo ittico nel cenone del
sud sono il polpo e il capitone. se il primo si trova, attualmente, sui banchi
a 20 euro al kg, il secondo si attesta sui 25-30 euro, con una maggiorazione
del prezzo dovuta anche al maltempo, che ne ha ridotto sensibilmente la cattura
(dati: pescagri, associazione pescatori
italiani di cia). mentre il polpo nella tradizione culinaria e’ considerato
simbolo di ricchezza e ha bisogno di una lunga preparazione (per renderlo
morbido va massaggiato con sale grosso per distenderne le fibre muscolari),
“sua maesta’” il capitone si vuole sia portato vivo in cucina e venga servito a
meta’ del cenone sul vassoio piu’ elegante. il capitone, consumato quasi
esclusivamente nel periodo natalizio, e’ l’esemplare femminile adulto
dell’anguilla e raggiunge in media i 7 etti di peso. anticamente, si credeva
che proprio per la somiglianza con un serpente -simbolo demoniaco- il suo
consumo contribuisse a proteggere dalle avversita’ e fosse propizio di un nuovo
anno felice e sereno. la pelle ha uno strato gelatinoso che va eliminato (con
panno o carta assorbente) e i pezzi -una volta tagliati- non devono superare i
5 cm. andranno, poi, immersi in acqua ghiacciata, prima di essere o impanati e
fritti, oppure cucinati alla griglia. i capitoni vengono catturati nel loro
periodo di migrazione dai laghi al mare nelle zone lagunari, che sono
principalmente due, le valli di comacchio e il lago di lesina”, prosegue il
comunicato. “in nord italia il consumo di pesce piu’ diffuso nella cena di
natale e’ rappresentato, invece, dalla famiglia dei molluschi: vongole veraci
(circa 25 euro/kg), canocchie (18 euro/kg) da mangiare fritte o bollite,
moscardini (28 euro/kg) cucinati in umido o bolliti e fasolari (12 euro/kg).
non a caso, l’italia e’ il settimo produttore mondiale di molluschi, superando le
100.000 tonnellate annue, con circa 800 impianti localizzati per un terzo in
veneto. la molluschicoltura rappresenta, infatti, la principale produzione
italiana di prodotti ittici. all’acquisto della vongola verace e’ molto
importante fare attenzione ad alcune caratteristiche indice della sicurezza del
prodotto, che non deve mai essere tenuto immerso in acqua, la confezione deve
essere, infatti, sigillata e presentare relativa etichetta. se venduto sfuso,
il venditore deve prelevare il prodotto da confezioni di cui conservera’
l’etichetta per i 60 gg successivi. le vongole devono anche essere vive e
vitali, con le valve ben chiuse e integre, in grado di opporre resistenza
all’apertura e con rilascio di liquido intervalvare”, aggiunge l’associazione.
“per i secondi piatti del menu, a settentrione si prediligono pesci di
pezzatura grossa (circa 2 kg): da spigole e orate, a dentici, rombi e pezzogne.
i prezzi di questi prodotti oscillano, attualmente, fra i 40 e i 50 euro/kg. a
mettere, infine, d’accordo sud e nord c’e’ il baccala’ (pesce, pero’, non
locale ma di provenienza nord europea). la differenza e’ solo nella
preparazione: di solito viene cucinato alla vicentina a nord (in vendita
essiccato a 30/35 euro), mentre si compra sotto sale (25 euro/kg) per la frittura
classica alla napoletana”, conclude la cia.